In armonia con quanto espresso negli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015 e nell'Agenda 2030 di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, la Commissione Europea ha espresso nel proprio Action Plan "Financing Sustainable Growth" un impegno ad accrescere la consapevolezza e la trasparenza da parte degli intermediari verso i rischi per la sostenibilità e a sensibilizzare sull'importanza degli investimenti in sostenibilità. Il proposito del Piano d'Azione è quello di riorientare il flusso dei capitali attraverso investimenti sostenibili per ottenere una crescita che sia inclusiva e sostenibile. In quest'ottica sono sorti per gli operatori del mercato obblighi di valutazione e gestione di quei rischi rilevanti che vanno dal cambiamento climatico alla riduzione delle risorse, dal disfacimento ambientale ai problemi sociali. Tra i propositi del Piano d'Azione si trova quello di aumentare la trasparenza e il long-termism nell'attività economica e finanziaria nell'Unione.
Finanza Sostenibile
L'investimento sostenibile e responsabile
Politiche in materia di rischio di sostenibilità
Un'importanza centrale nel quadro della normativa prevista dal piano di azione europeo riveste la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), contenuta nel Regolamento (UE) 2088 del novembre 2019, che disciplina l'informativa sulla sostenibilità, a protezione degli investitori finali. La normativa vincola, in parte già da marzo 2021, sia i partecipanti ai mercati (coloro che producono prodotti finanziari rilevanti per SFDR), sia chi eroga consulenza finanziaria (quindi anche banche ed assicurazioni) ad un peculiare regime di trasparenza standard per consentire anche la confrontabilità tra prodotti ed operatori. In forza di questa normativa, il produttore o il distributore di prodotti finanziari, deve indicare in che modo i rischi di sostenibilità vengono integrati nei processi di investimento o nell'erogare consulenza, finanziaria o assicurativa.
La Banca conduce le proprie valutazioni in tema di sostenibilità degli investimenti avvalendosi principalmente del «rating di sostenibilità» o «rating ESG»: una misura sintetica della sostenibilità dell'investimento finanziario, valutato in relazione ai tre «pilastri»:
- Ambientale: riferito alle tematiche connesse ai cambiamenti climatici, alle risorse naturali, all'inquinamento e agli sprechi;
- Sociale: riferito alle tematiche connesse alla capacità di garantire alla comunità di riferimento, equamente e senza discriminazioni, condizioni di benessere fondate su principi condivisi (salute, istruzione, democrazia, giustizia);
- Governance: riferito alle tematiche connesse al governo aziendale e ai comportamenti aziendali, promuovendo una gestione e una organizzazione aziendale fondata su determinati principi etici (benessere e sicurezza dei lavoratori, parità di genere, gestione prudente dei rischi d'impresa).
La Banca ha integrato la valutazione dei rischi di sostenibilità nei propri processi interni correlati alla prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti, avvalendosi del giudizio di un provider esterno specializzato nell'analisi di tali tematiche secondo una scala di valori da AAA (rating più elevato) a CCC (rating più basso). Ad un basso rating di sostenibilità corrisponde un elevato rischio di sostenibilità con potenziali impatti significativi sul valore dell'investimento.
Nell'ambito del servizio di Consulenza la politica di integrazione dei rischi di sostenibilità si focalizza sull'assunzione di criteri minimali degli strumenti finanziari oggetto di consulenza, che prevedono l'esclusione di quei prodotti e titoli caratterizzati da rating di sostenibilità più basso. La Banca esclude dal perimetro della consulenza anche gli strumenti finanziari emessi da emittenti con gravi controversie (c.d. "red flag"), per i quali non è stato dimostrato che gli emittenti abbiano introdotto o pianificato miglioramenti: quegli emittenti cioè, le cui operazioni e/o prodotti potrebbero presumibilmente avere un impatto negativo a livello ambientale, sociale e/o di governance.
PRINCIPALI EFFETTI NEGATIVI SUI FATTORI DI SOSTENIBILITÀ
Per maggiori approfondimenti riportiamo la Dichiarazione sui principali effetti negativi della consulenza in materia di investimenti sui fattori di sostenibilità (data di pubblicazione: 01/02/2024 - Versione n. 3).
Politiche di remunerazione relativamente all’integrazione dei rischi di sostenibilità
In coerenza con l’articolo 5 del regolamento (UE) 2019/2088, relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, la Policy di remunerazione del Gruppo Sella prevede che, nell'ambito dei servizi di consulenza in materia di investimenti, non siano incentivati comportamenti che incoraggino una eccessiva assunzione di rischi di sostenibilità. Questa indicazione è osservata tramite l’esclusione dal perimetro degli strumenti consigliabili di quelli maggiormente esposti ai rischi ESG e, dal 2022, attraverso l'attribuzione di specifici indicatori nel sistema incentivante.
Banca Sella ha previsto un KPI (acronimo di key performance indicator - valore attraverso il quale la Banca potrà valutare il raggiungimento di un obiettivo prefissato) incentivante per le tematiche legate agli investimenti sostenibili applicabile sia al personale della rete commerciale, sia ad alcuni uffici del personale di sede che si occupano di tematiche inerenti la prestazione del servizio di consulenza.
In coerenza con le esigenze manifestate dai clienti, l’obiettivo del KPI è volto a indirizzare le proposte di investimento verso prodotti che rispettino i criteri sopra descritti, rilevanti ai fini della gestione dei rischi di sostenibilità.