Banca Sella ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con risultati positivi. L’utile netto è stato pari a 130,4 milioni di euro, in lieve diminuzione rispetto ai 132,5 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno (-1,6%). Il confronto mostrerebbe una crescita rispetto all’anno precedente (+4%) se si escludessero gli effetti della contribuzione anticipata ai fondi di risoluzione derivante dalla differente competenza temporale delle quote devolute rispetto all’anno precedente (3 milioni di euro per il SRF imputati nei primi nove mesi del 2023, contributo non dovuto nel corrente esercizio, a fronte di 14,2 milioni di euro per il DGS nel 2024, quota richiesta a giugno invece che a dicembre dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi). Il Roe della banca si è attestato al 18% (era 20,7% a settembre 2023). Ulteriormente rafforzata la tradizionale solidità patrimoniale, con il Cet1 al 19,76% e il Total Capital Ratio al 21,62% (erano 19,31% e 21,64% a settembre 2023). Molto positivi anche gli indicatori relativi alla liquidità che si attestano ampiamente sopra i limiti previsti: l’indice LCR è pari a 262,7%, mentre l’indice NSFR è pari a 161,1% (erano 260,4% e 156,3% a settembre 2023; per entrambi i limiti minimi previsti sono pari al 100%). A seguito delle comunicazioni ricevute da parte di Banca d'Italia, a Banca Sella è stato richiesto di rispettare, a partire dal 1° gennaio 2027, un requisito minimo di fondi propri e passività eleggibili in caso di risoluzione “MREL” pari a 18,50%, comprensivo delle riserve di capitale. Il piano di funding triennale previsto, completamente rispettato per il 2024, consente di raggiungere pienamente tale obiettivo.
Gli indici di qualità del credito si confermano solidi: il costo del rischio di credito si è attestato a 22 bps (era 19 bps a settembre 2023 e 26 bps a fine 2023). L’Npl Ratio netto è in diminuzione all’1,4% (era 1,6% a settembre 2023 e 1,5% a fine 2023) e l’Npl Ratio lordo al 2,5% (era 2,7% sia a settembre 2023 sia a fine 2023). L’indice Texas Ratio è migliorato al 21% (era 24,2% a settembre 2023 e 23,7% a fine 2023).
La raccolta globale al valore di mercato si è attestata a 38,3 miliardi di euro, con un incremento del 13,2% rispetto a settembre 2023 e dell’8,2% rispetto alla fine dello scorso anno. La raccolta netta globale nei primi nove mesi dell’anno è stata positiva per 2 miliardi di euro, sostenuta dalla crescita della raccolta indiretta. Nel periodo gli impieghi a supporto delle attività di famiglie e imprese hanno raggiunto i 9,6 miliardi di euro, in aumento del 3,7% rispetto a settembre 2023 e del 2,1% da inizio anno.
Positiva la crescita del margine di intermediazione (+7,5% rispetto a settembre 2023, a 513,2 milioni di euro) grazie all’aumento del margine di interesse (+9,4% a 315,6 milioni di euro) e dei ricavi netti da servizi (+1,1% a 187 milioni di euro); questi ultimi registrerebbero una crescita maggiore (+2,3%) se si escludessero gli effetti dei rimborsi riconosciuti dalla Banca ai clienti a seguito del disservizio informatico avvenuto nel mese di aprile. In significativa crescita il risultato netto da attività finanziaria (+169,5% a 10,7 milioni di euro).
I costi operativi sono in aumento dell’11,5% rispetto a settembre 2023, principalmente per le dinamiche di crescita degli organici e degli investimenti realizzati dalla Banca, oltre che per gli effetti derivanti dal rinnovo del CCNL del Credito e per la diversa contribuzione ai fondi di risoluzione. Il Cost to Income si attesta al 58,3% (era 56,2% a settembre 2023). L’indicatore si attesterebbe a 56,1% escludendo gli effetti della differente contribuzione ai fondi di risoluzione derivante dalla competenza temporale delle quote devolute tra i due esercizi.